È sempre più in uso in ambito industriale il
termine sostenibilità che dovrebbe avere come obiettivo primario quello di agire nel
presente con una visione proiettata a quello che sarà “il domani produttivo”.
Diventa fondamentale pensare al medio e lungo
periodo e collocare la parola sostenibilità
su una visione più ampia, che comprende al suo interno lo
sviluppo sociale, oltre che quello economico ed ecologico, e una più ristretta,
che si riferisce invece quasi esclusivamente agli aspetti di gestione
ambientale e alle risorse, delle quali si teme l’esaurimento nel tempo.
Quello dell’impresa responsabile è infatti uno dei temi
più attuali che si sta affacciando sul panorama della gestione e della politica
aziendale.
Nonostante
la forte concorrenza e un grande problema di contraffazione, l’Italia realizza
oltre il 50% della produzione europea e oltre il 15% di quella mondiale (fonte
Unic, Unione Nazionale Industria Conciaria). L’intero sistema manifatturiero
nostrano è fortemente influenzato dalla territorialità, che rappresenta un plus
in termini di credibilità e alto valore aggiunto del made in Italy, grazie a
una tradizione fortemente “artigianale”.
Ciò
però non deve indurre nell’errore di sottovalutare le esigenze e le sensibilità
di un mercato globale che ricerca qualità, competitività ma anche prodotti sicuri
e rispettosi dell’ambiente. Questa variabile sta poco a poco diventando un
importante fattore di competitività, un ulteriore valore aggiunto immateriale
per le produzioni italiane.
L’innovazione
tecnologica legata ai temi dell’ambiente e della sicurezza, è, infatti, una
scommessa ragionevole per un’imprenditoria matura ed è un elemento che concorre
ad incrementare la percezione di qualità che è solitamente associata alle
produzioni del manifatturiero italiano. Tuttavia, se è pur vero che la
sensibilità ambientale inizia a diffondersi presso alcune fasce di consumatori,
è altrettanto vero che molto resta da fare affinché gli investimenti “green” si
traducano in un ritorno economico sul mercato e in un effettivo asset
competitivo per le imprese del settore. Nell’ultimo ventennio, anche sotto la
spinta di una normativa sempre più stringente, il comparto dei trattamenti di
superficie, ad esempio, ha investito in diverse iniziative atte a ridurre
l’impatto ambientale.
Si
tratta quindi di considerare il sistema produttivo come un vero e proprio ciclo
di vita, dove i termini sicurezza e rispetto per l’ambiente rappresentino un vero e proprio codice comportamentale.
Aircom,
azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di pistole automatiche
per la spruzzatura destinate alle industrie conciarie, della plastica, del
legno, del vetro, lo ha compreso da tempo, investendo le proprie energie su
progettazione, ricerca e sviluppo, i nodi centrali per realizzare prodotti non
solo evoluti ed esteticamente belli, ma sicuri e durabili.
In
particolare l’ultima nata, la Aircom Eco, è una pistola di spruzzatura progettata per
andare incontro a due obiettivi fondamentali: l’attenzione al fattore ecologico
delle lavorazioni industriali e del loro impatto ambientale e la conseguente,
importante, riduzione
dei costi durante la fase di verniciatura.
Per ottenere ciò, è
stato studiato un prodotto che permette di lavorare a pressioni di
atomizzazione molto basse al fine di ottenere sia un elevato risparmio dei
prodotti vernicianti, sia una significativa riduzione delle emissioni in
atmosfera (valore certificato secondo normativa UNI EN 13 966-1).
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