CAMBIO COLORE NELL’”AREA POLVERI” IN 90 SECONDI, IN CABINA 3-5 MIN: UNA RIVOLUZIONE 4.0





Quando il visitatore entra nello stabilimento di Euroverniciatura, nota immediatamente una crescita tecnico-culturale della verniciatura per conto terzi.
E' senza dubbio una caratteristica da attribuire alla volontà degli imprenditori dell'azienda (Pietro Cersosimo  e Chiara Guarda), focalizzati su molteplici fattori, fra cui specializzazione del lavoro, investimenti in specifiche attrezzature innovative – come la cabina d'applicazione polveri – impianti tecnologicamente validi e processi chimici nanotecnologici di ultima generazione.
L’azienda integra continuamente le innovazioni che man mano si industrializzano nel mercato: oggi ha installato una rivoluzionaria apparecchiatura Siver Nordson per il cambio colore, che si ottiene con una semplice operazione, e che di seguito recensiamo.
Tutto questo per affermare la validità del  sistema di verniciatura di Euroverniciatura, a partire dal pretrattamento e dalle innovazioni introdotte nella cabina d'applicazione polveri, che, da sola, ha senza dubbi innalzato il livello tecnico dell'azienda.

LA VISITA ALL’IMPIANTO
L’impianto permette di effettuare il ciclo completo di finitura, garantendo elevata qualità, iniziando – dopo aver caricato i pezzi sul trasportatore dalla preparazione delle superfici tramite idoneo pretrattamento nanotecnologico, fino all’applicazione di un considerevole numero di colori/giorno di vernici in  polvere.
“L’obbiettivo dei nostri investimenti – ci dice Pietro Cersosimo – è la competitività, l'offerta alla nostra clientela italiana e europea di qualità superiore, uniformità degli alti standard qualitativi e la rapidità delle consegne, tenuto conto che il numero dei cicli, dei colori, la personalizzazione dei pezzi che verniciamo aumenta continuamente. Il cambio colore, la sua rapidità, è un fattore competitivo strategico.
Per questo motivo è stato fondamentale l’investimento nell'innovativa “area polveri” che ci ha proposto Siver Nordson, che in 90 secondi permette il cambio colore – ha sottolineato Pietro Cersosimo -  una vera “rivoluzione” che si attendeva da tempo”.

L’”AREA POLVERI”
Dopo il pretrattamento nanotecnologico nebulizzato e relativa asciugatura, i pezzi sono diretti alla grande cabina a polveri, equipaggiata con un modulo che chiamiamo “area polveri” per distinguerla dal tradizionale “centro polveri”, e caratterizzato da un tempo massimo compreso tra i 3 e i 5 min (essendo i 5 min necessari quando si passa dai colori più scuri a quelli più chiari).
L’”area polveri” è costituita dal nuovo Top Color Change HD Dual, di Siver Nordson, dotato di 2 contenitori polvere fluidificati indipendenti. Questa configurazione consente, durante la fase di verniciatura, di avere un contenitore in funzione che alimenta il gruppo di pistole, e il secondo contenitore pronto e disponibile per applicare il colore successivo.
Durante la fase di cambio colore, il sistema passa da un contenitore allaltro in meno di 90 secondi, effettuando contemporaneamente la pulizia dei tubi polvere e di tutte le pistole in uso.
Il sistema, che gestisce in automatico la movimentazione del gruppo pescante, è dotato di una meccanica d'alta precisione che permette il corretto posizionamento senza rischi e di provata affidabilità. Loperatore deve solo seguire le indicazioni elementari che compaiono sullo schermo dell'HMI.
Effettuato il ciclo di cambio colore, dopo la ripartenza della verniciatura con il nuovo colore, un ciclo totalmente automatico consente lo scarico e la pulizia del contenitore utilizzato precedentemente, rendendolo immediatamente disponibile per il colore successivo.
Il grande impianto di verniciatura è completato dalla cottura a forno e dall’area di carico e scarico pezzi.

CONCLUSIONE
“Vi abbiamo invitato per far conoscere ai lettori di Verniciatura Industriale le innovazioni che aiutano a migliorare continuamente l’attività di verniciatura a polveri moderna”, conclude Pietro Cersosimo.
“I vantaggi che abbiamo ottenuto sostituendo il tradizionale “centro polveri” con il Top Color Change HD Dual  sono un notevole miglioramento della produttività della linea e l'automazione completa di una fase sgradevole per gli addetti alla gestione dell'impianto. I tempi ciclo sono ottimizzati, così come avviene nella nostra linea che applica vernici liquide, dove prevalentemente verniciamo chassis di camion.
Siamo molto soddisfatti -  ha concluso Pietro Cersosimo: adesso presso i clienti possiamo vantare un servizio più competitivo, anche dal punto di vista della rapidità dei tempi di consegna, a fronte di uno sforzo importante per l’azienda, ma davvero relativo rispetto ai grandi vantaggi ottenuti“.

Pronti per l’industria 4.0 e la fabbrica intelligente con la tecnologia “in fase densa” di Nordson




Lindustria 4.0 sviluppa soluzioni che utilizzano metodi di produzione in grande serie capaci della completa personalizzazione dei prodotti, fino all'ideale del lotto costituito dal pezzo unico. In questo contesto, la selezione su misura del colore gioca un ruolo sempre più importante in molti mercati e pone nuove sfide per le operazioni di verniciatura a polvere. Con le sue pompe HDLV, la tecnologia estremamente efficiente a fase densa di Nordson, risponde a queste esigenze, ed è disponibile sia per lapplicazione manuale sia per l'uso con sistemi completamente automatizzati e robotizzati: un esempio perfetto dinnovativa tecnologia di verniciatura che combina la massima produttività alla massima flessibilità, con ottima redditività.

L'ultima frontiera della personalizzazione: la dimensione del lotto = 1

Maggiore è la possibilità di personalizzazione che un produttore offre ai suoi clienti, maggiori sono i costi complessivi.

Lindustria automatizzata o industria 4.0 è un concetto prioritario, soprattutto nel campo della manifattura. L'obiettivo è la massimizzazione della flessibilità produttiva, collegando in maniera trasparente persone, macchine, sistemi e servizi. Lindustria 4.0 è caratterizzata da macchine che hanno percezione sensoriale e intelligenza artificiale, combinate insieme alle altre con continui scambi di dati (IoT). Idealmente, anche il consumatore è coinvolto in questa rete, per esempio selezionando la configurazione desiderata on-line e controllare il processo che realizza il prodotto da lui desiderato proprio davanti ai suoi occhi. 

Rivestimenti più economici come passo per la personalizzazione di massa

Dato che la richiesta di personalizzazione dei prodotti è in crescita, di pari passo con una concorrenza sempre più intensa e una continua pressione sui costi, leconomicità e la flessibilità dei processi di verniciatura hanno un ruolo decisivo. Una soluzione a queste esigenze contrastanti consiste nello snellimento dei processi (lean manufacturing) e nella riduzione dei tempi morti, mentre luso efficiente dei materiali, nel nostro caso, le vernici, contribuisce alla riduzione dei costi di produzione e ad aumentare i margini di profitto. Questo comporta la necessità di selezionare un sistema d'applicazione vernici con elevate prestazioni e ad alta efficienza, dato che l'investimento richiesto si ammortizza in funzione dell'ottenimento:

di processi di rivestimento rapidi e alta capacità produttiva
di una qualità del rivestimento uniforme e a spessore controllato, senza la necessità di riprese
da un alto grado d'automazione, in modo che non sia necessario o sia minimo l'intervento del personale operativo
di un'operazione economica capace di minimizzare l'uso delle risorse (vernici, per esempio)
di alta precisione d'applicazione delle vernici
del cambio rapido di colori/prodotti, anche più volte durante ciascun turno di lavoro
della rapida e accurata pulizia delle apparecchiature
della facilità di manutenzione
dalla lunga durata dei componenti che costituiscono il sistema d'applicazione.

La tecnologia in fase densa di Nordson: integrata, efficiente, flessibile.

La chiave dellalta efficienza della verniciatura a polveri proposta da Nordson è la tecnologia a fase densa, ottenuta con le sue caratteristiche pompe HDLV (alta densità, bassa velocità), che migliora notevolmente sia il processo d'applicazione che i risultati da tale processo.
A parità di superficie rivestita, realizza un risparmio di polveri che può arrivare al 45% rispetto ai sistemi tradizionali, operando con una pressione molto più bassa, il controllo fine delle quantità applicate e la maggior precisione di trasferimento. Il sistema della Nordson usa una pompa costituita da due camere nelle quali 4 valvole di compressione/decompressione si aprono e si chiudono a coppie. Non appena si apre la valvola dingresso, quella di scarico chiude, la polvere viene aspirata e istantaneamente caricata in quella di scarico, attuando un ciclo continuo, inviando in successione pacchetti di polvere. La pompa è completamente regolabile, è quindi possibile programmarne il funzionamento per ottenere la resa ottimale per ciascun tipo di prodotto, e applicare polveri a basso spessore.

Le pompe HDLV di Nordson sono virtualmente senza manutenzione, il che significa che il livello di qualità impostato resta stabile nel tempo. 

Se usate in combinazione con le pistole d'applicazione polveri di Nordson, le pompe HDLV offrono vantaggi ancora più grandi: minima contaminazione del colore, possibilità d'applicare bassi spessori, un migliore rivestimento delle gabbie di Faraday. Anche il cambio colore è particolarmente rapido e in ciclo di pulizia del circuito automatico.
I tubi, caratterizzati da un diametro di solo 6 millimetri, riforniscono le pistole producendo un'erogazione tipica, particolarmente morbida. Questo aderisce meglio, accrescendo così lefficienza dellapplicazione, facilitando il rivestimento di complesse geometrie, minimizzando la quantità di lavoro richiesto, incrementando il livello della produzione e riducendo i consumi di polveri.
La tecnologia è ideale per la produzione completamente automatizzata e aiuta a raggiungere anche gli obiettivi di produzione snella più ambiziosi.
La velocità di applicazione della polvere è facilmente regolata tramite il sistema di controllo, quindi non sono necessarie regolazioni meccaniche.

Controllo intelligente, indipendente dalle qualifiche dell'operatore.
Dotato di numerosi sensori, un sistema moderno di verniciatura a polvere determina tutti i parametri di controllo rilevanti per lapprovvigionamento, lapplicazione e il deposito, e fornisce dati di produzione e di stato del sistema a un sistema di controllo centrale. Reti integrate di interfacce rendono possibile il monitoraggio dellapplicazione delle polveri e facilitano ampiamente le diagnosi remote.

Un touchscreen industriale consente il controllo di tutti i parametri del processo di rivestimento, come le impostazioni dell'aria di alimentazione e dell'atomizzatore, l'elettrostatica, la corsa e l'innesco della pistola, nonché le sequenze di cambio colore. Programmi preimpostati e ampiamente adattabili semplificano l'ottimizzazione delle prestazioni per una gamma estremamente ampia di prodotti e materiali in polvere. Ultimo ma non meno importante, un sistema così altamente automatizzato riduce le qualifiche richieste agli operatori delle attrezzature. 

Al PaintExpo di quest'anno, dal 17 al 20 aprile 2018, (Messe Karlsruhe, padiglione 2, stand 2440) Nordson mostrerà le soluzioni di rivestimento appropriate con una varietà di applicazioni in fase densa e prodotti per utente finale.

ABBATTIMENTO DI SOLVENTI DA CABINE DI SPRUZZATURA E FORNI DI COTTURA DELLE VERNICI LIQUIDE APPLICATE A PEZZI PLASTICI



I verniciatori per conto terzi di manufatti plastici, obbligati per legge a non emettere più di 50 mg/m3 di aria inquinata, sono sempre preoccupati di dover affrontare i costi d’investimento dei postcombustori tradizionali che sono sul mercato, oltre al fatto che devono tenere conto della possibilità di spendere ulteriori risorse nell'operazione d'incenerimento solventi, in quanto gli eventuali fermo impianto obbligano ad alimentare con gas il combustore per mantenere le temperature, non potendo il combustore autoalimentarsi con le minori quantità di COV provenienti dalla cabina.Viene in loro aiuto la Came (Bussero, Milano), specializzata nella produzione d’impianti di abbattimento solventi con carboni attivi autogeneranti, grazie alla consulenza del maggiore esperto italiano nella tecnologia, Ezio Crespi, perito giurato del tribunale per le perizie tecniche sugli impianti di verniciatura, o di loro parti, secondo il Piano Nazionale Industria 4.0.

La H.T. Italia (Cherasco, Cuneo) ha installato un impianto di questo tipo per eliminare quasi completamente i solventi (10 mg/m3 di emissione dai 40.000 m3 di aria inquinata proveniente
dalla cabina d'applicazione e dal forno di cottura), con un costo d’investimento inferiore rispetto a un tradizionale postcombustore termico rigenerativo, e costi di gestione di 100-200 euro mensili. L'azienda vernicia componenti plastici per l’industria automobilistica italiana.
L’impianto di abbattimento solventi a carboni attivi è di una semplicità costruttiva intelligente, per
questo funziona egregiamente:
 i fumi emessi da cabina e forno (l'impianto tratta 40.000 m3/h d’aria inquinata, previa filtrazione) sono incanalati all’impianto di carboni attivi
 qui i COV sono assorbiti dai carboni attivi che, una volta saturati, sono rigenerati con vapori d’acqua prodotti dalla bruciatura dei solventi strippati.

CONCLUSIONE
L’operazione di abbattimento solventi dall’impianto di verniciatura, per chi è costretto ad utilizzare prodotti al solvente non è purtroppo operazione produttiva, ma è obbligatoria per evitare emissioni
inquinanti in ambiente.
Pertanto chi vernicia deve valutare la validità operativa degli impianti di abbattimento che deve acquistare; minimizzare il costo dell’investimento; ridurre al minimo i costi operativi: lo può fare con l’impianto Crespi prodotto dalla Came di Bussero (Mi).

Le tendenze 2018 del colore secondo Renner Italia



Si chiama Color Tunes Book ed è il progetto che definisce la via del colore di Renner Italia. «Con Color Tunes Book intendiamo suggerire agli interior designer e ai brand dell'arredamento le soluzioni estetiche di tendenza, gli effetti più originali, le sfumature più ricercate in un compendio ragionato e innovativo delle nostre vernici - spiega Manuel Siragna, direttore commerciale dell’azienda che produce vernici per il legno a Minerbio (Bologna) -.Come sempre ci poniamo al servizio. Il nostro obiettivo, anche nel complesso campo del color design, è offrire soluzioni». Un progetto ambizioso che mette a frutto la sinergia tra lo studio milanese Azzolini-Tinuper e i laboratori Renner.


Elegante e minimale, Color Tunes Book interpreta il legno verniciato con effetti preziosi e ricercati. «Tra le migliaia formule e le infinite soluzioni offerte dai laboratori Renner Italia non è stato semplice operare una scelta - racconta la designer Paola Tinuper -. A valle di un lungo e appassionante lavoro, abbiamo individuato sei nuance (opale, onice, riolite, ematite, grafite e pirite) e cinque effetti speciali che danno risposte adeguate alle richieste più attuali».

Velati. Tramati. Vibrati. Sfumati. Marcati. Questi i cinque effetti speciali dell'edizione '18 di Color Tunes Book. I colori selezionati spaziano dal grigio al carta da zucchero, virano sull’ocra smorzando più o meno i toni del giallo. Già, ma perché sono state scelte queste tonalità? «La gamma colori selezionata per Color Tunes Book 18 è articolata in sei proposte “tonali” - chiarisce Paola Azzolini -, si tratta cioè di tinte a bassa saturazione selezionate in base alle tendenze colore nel mondo dell’abitare. Due neutri caldi (opale e pirite) e un neutro freddo (grafite) coprono le richieste sempre attuali nel mondo dei grigi e dei tortora-marroni. Gli altri tre toni sono sempre nell’area dei naturali interpretati: l’onice, un giallo ocra in cui abbiamo suggerito il mondo dell’oro; riolite, un aranciato bruciato in cui abbiamo suggerito il mondo dei ramati; ematite, per coprire le aree di gusto legate ai bluverdi molto in tendenza e facilmente abbinabili alle essenze naturali. Tutti questi colori funzionano bene insieme intrecciati».
Con i tramati il legno si confonde quasi con il tessuto: «I tramati rivelano la vocazione del legno a giocare con il chiaroscuro e sono pensati per interni in cui il legno diventa protagonista grazie alla lavorazione della superficie - aggiunge Azzolini -. Si tratta di un effetto ricercato, interpretato in una veste quotidiana, un tessile da portare con disinvoltura su diversi elementi: parquet, boiserie, ante, piani… In Color Tunes Book abbiamo inserito immagini di ambiente e immagini di dettagli per stimolare possibili interpretazioni del prodotto».

Nel velato il colore rispetta la trama autentica dell’essenza, effetti e colori sono pensati per quale tipo di legno? «I velati - incalza Tinuper - presentano una finitura iper opaca (zero gloss) e vellutata, in cui affiora la vena del legno naturale. La proposta è stata sviluppata sul rovere, un legno molto in tendenza, che acquisisce con questo trattamento un’estetica contemporanea e rinnovata». Il metal, fortemente apprezzato anche alle ultime expo di settore, sembra l’effetto più distante dall’idea del legno come materiale. «Il metal è un effetto molto di tendenza ed è stato proposto in versione opaca con grana sottile - rivela Tinuper - quindi un metallo molto raffinato in una gamma di toni soft. Può essere utilizzato su ampie campiture o interpretato come dettaglio per impreziosire composizioni articolate con altri effetti. Nella rubrica "intrecci" Color Tunes Book avanza alcune proposte di articolazione a cui potersi ispirare».

L'architetto Azzolini indica infine le linee guida che hanno ispirato il dietro le quinte di Color Tunes Book: «Il nostro studio si è tuffato nella ricerca delle tendenze nel mondo dell’arredo, intrecciando informazioni relative al mondo dei rivestimenti, dei mobili, degli accessori e complementi. Abbiamo individuato i trend più interessanti per il mondo delle vernici per legno: gli effetti total mat, le micro texture effetto tessile, le sfumature di gusto retrò, gli effetti di decoro micro-miscelato e le venature macro. Abbiamo quindi elaborato una gamma colore rilanciando una nuova interpretazione del legno naturale tinto. Il nostro è un progetto ampio. Siamo molto soddisfatte. Abbiamo avuto modo di sperimentare effetti particolari e ampia libertà nel proporre nuove interpretazioni. È stato bello interagire con un laboratorio preparato, giovane e dinamico, che in tempo reale ci ha fornito tutte le risposte di cui eravamo a caccia».

Il progetto Color Tunes Book è consultabile su www.renneritalia.com.


Vernici all’acqua: dobbiamo essere fiduciosi per il futuro?




Gianni Giardina: un impiantista che ha maturato oltre 45 anni di esperienza nel settore degli impianti per la verniciatura del legno.

PM: Lei ha potuto seguire nei passati decenni il battesimo di centinaia di impianti che usavano le vernici all’acqua. Quali sono stati le motivazioni che hanno favorito all’epoca queste installazioni e se queste motivazioni oggi, possono essere ancora valide per riproporre l’uso di queste vernici.
GG: Nel secolo scorso, la forte espansione ed industrializzazione del settore del legno, aveva portato ad un uso scellerato delle vernici a solvente, ai danni dell’ambiente e delle persone che lavoravano nelle fabbriche. Delle conseguenze indirette ne hanno subite anche i compratori finali dei manufatti verniciati, che hanno respirato per anni i solventi che fuoriuscivano dalle superfici dei mobili acquistati anche molto tempo prima. Tutti, per diverse ragioni, volevano eliminare i solventi dalle vernici, eppure il cambiamento è iniziato solo con l’inizio del nuovo secolo.

PM: Cosa aveva impedito prima il cambiamento?
GG: In questo campo bisognava che i tre attori protagonisti (vernici, impianti, verniciatori) viaggiassero assieme. Alla fine del secolo scorso, le vernici a base acquosa non erano vendibili per diversi motivi:
1) Costavano molto di più rispetto a quelle a solvente.
2) Gli impiantisti non potevano garantire la ripetitività dell’essiccazione perché era molto difficile, applicando ad esempio le vernici a spruzzo, avere una costanza di spessore in ogni parte del pezzo verniciato e, di conseguenza, fornire una giusta quantità di aria con le caratteristiche di umidità necessarie per strippare l’acqua contenuta nel film di vernice. Quindi i verniciatori, giustamente, non erano disposti ad avere un risultato incerto e a spendere di più in costi di produzione.

PM: Cosa è successo allora che ha fatto cambiare lo scenario a partire dal 2000, tanto che centinaia di utilizzatori hanno installato, con successo, impianti all’acqua nei primi 5-6 anni del nuovo secolo?
GG: Durante il 1999, un giovane ingegnere friulano, che lavorava in un centro di ricerca regionale, modificando accidentalmente certe lunghezze d’onda, ha riscontrato delle anomalie sui campioni sui quali stava lavorando. Tramite conoscenze comuni, me le ha sottoposte. Questo mi ha spinto a costruire un prototipo e, con l’aiuto di altre tecnologie già consolidate, ho potuto mettere a punto un sistema che asportasse l’acqua contenuta nella vernice, senza riscaldare il pezzo e senza adoperare per l’essiccazione l’aria dell’ambiente che poteva, come già detto, non avere i parametri corretti.

PM: Le vernici erano quindi già pronte?
GG: Non ancora, ma eliminando la variabile “aria” dall’essiccazione, gli utilizzatori hanno comunque iniziato a lavorare e a produrre con le vernici all’acqua. Nel frattempo, nei sei mesi intercorsi tra l’assenso del cliente per la nuova installazione e la consegna definitiva della stessa, i tecnici delle vernici hanno potuto, usando il nostro laboratorio, fare la messa a punto delle vernici in funzione della qualità richiesta dal cliente. Contando già su consumi sicuri ed un enorme mercato potenziale, i produttori di vernici si sono buttati nella ricerca, riuscendo in poco tempo ad abbassare i prezzi e a portare le caratteristiche delle vernici all’acqua allo stesso livello di quelle a solvente.

PM: Cosa è stato fatto per vincere lo scetticismo verso i prodotti all’acqua?
GG: Si è molto lavorato nel marketing. Ad ogni nuovo impianto funzionante, veniva realizzata una visita al cliente con intervista, foto e filmato. Il tutto poi veniva spedito, via email, a centinaia di clienti potenziali e postato sul sito. Nessuno così poteva mettere in dubbio le parole di un cliente che mostrava soddisfatto la propria produzione verniciata con vernici all’acqua, mentre veniva accatastata all’uscita del forno. Questo ha avuto l’effetto di dare fiducia alle vernici all’acqua e ai nuovi impianti proposti sul mercato.
Nel frattempo, per spessori di vernici non molto alti, anche altre tecnologie come gli IR ed i forni verticali, hanno potuto essere proposte con successo da parte di altri impiantisti. 

PM: Cosa è successo poi? Perché le statistiche ci dicono che i consumi dei prodotti all’acqua sono diminuiti?
GG: Con la crisi generale che ha colpito il mondo intero, nel settore del mobile, non sono andati in crisi solo i prodotti all’acqua, ma tutti i sistemi di applicazione progettati per grandi serie di pezzi.  Nessuno era attrezzato per lavorare i prodotti all’acqua su piccole serie, quindi verniciavano a mano in cabina o si affidavano ai contoterzisti che lavoravano anch’essi in cabina. Lavorare in cabina le vernici all’acqua senza le adeguate attrezzature, voleva dire affidarsi per l’essiccazione alle condizioni atmosferiche e questo, lo abbiamo già visto, era molto pericoloso. Bisogna aggiungere poi, che quando si applica la vernice pigmentata su entrambi le facce ed i bordi di un pannello, è importante per la qualità finale, farlo con la medesima vernice. Ora se si spruzza la prima faccia, prima di applicare la vernice sulla seconda, bisogna attendere che la prima sia abbastanza asciutta per poter girare il pezzo. Ma se si devono attendere ore perché questo accada, il pot life (tempo di catalisi) sarà sicuramente già scaduto e quindi si deve buttare la vernice e rifarne dell’altra, che potrebbe non avere le stesse tonalità di colore della prima.  

PM: Quindi come se ne esce? Dobbiamo attendere che passi la crisi per ritornare a non inquinare usando gli impianti industriali?
GG: Non necessariamente, esistono i sistemi sicuri per l’essiccazione di vernici all’acqua per i singoli carrelli, che essiccano i piccoli lotti in tempi rapidi per poter girare i pannelli, adoperando così la stessa vernice su entrambi le superfici. Io ne ho costruiti minimo una decina a clienti che già lavoravano con piccoli lotti. In Italia esistono minimo tre impiantisti ancora in grado di produrli. Sono impianti piccoli che costano relativamente poco.

PM: Ditte come Ikea, hanno fatto delle vernici non inquinanti il loro punto di forza commerciale ed in più le leggi, sembrano voler andare contro le vernici a solvente. Come possono i verniciatori competere con Ikea e rispettare le leggi?
GG: Contro Ikea è impossibile fare una guerra globale; si può tentare di combattere solo su alcuni segmenti di mercato. Ikea anni fa era conosciuta come un produttore di mobili economici, brutti e poco affidabili. Con il tempo ha investito in qualità e marketing. Ha fatto capire al mondo che il bello ed il brutto sono soggettivi, dato che devono accontentare i gusti di quasi tutto il mondo, ma la qualità, il prezzo e l’affidabilità sono oggettivi, così come pure il rispetto per l’ambiente.
Il mobiliere che vuole competere con Ikea, o con aziende simili, naturalmente in una fascia di clientela diversa, può farlo solo con il design.

PM: In sintesi cosa bisogna fare?
GG: I mobilieri, con la crisi, hanno giustamente dovuto adeguare I propri costi generali al nuovo fatturato. Ora devono adeguare l’impiantistica alla nuova necessità produttiva. Quindi impianti flessibili, che accettano il lotto “uno”, con la giusta quantità di meccanizzazione e soprattutto, adoperare con questi impianti, vernici non inquinanti. Poi tutto va affidato al marketing.






Sirca Goes Green




‘Vivere il presente pensando al futuro’ è la filosofia che motiva tutti coloro che credono in un mondo migliore. Questo modo di essere è anche la definizione di resilienza, ovvero la capacità degli individui di cambiare il proprio stile di vita in modo da risolvere le criticità che si presentano davanti a noi: mai come in questo periodo siamo di fronte a molteplici crisi, climatiche, ambientali ed energetiche. Servono azioni concrete, quel che conta oggi è fare ciò che è giusto.

Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per la società umana e per il pianeta. Le necessità di cambiare i comportamenti derivano dalla consapevolezza dei consumatori, che hanno incluso tra i loro valori morali nuovi temi quali il rispetto per l’ambiente, la diminuzione del fabbisogno energetico e la riduzione del consumo di energie non rinnovabili con conseguente diminuzione delle emissioni di gas serra in atmosfera.

È oggi viva la necessità, percepita fortemente sia dai consumatori che dalle aziende, di entrare definitivamente in questo nuovo ordine socio economico i cui cardini fondamentali sono: efficienza energetica, basso contenuto di carbonio e alto contenuto tecnologico della produzione e dei prodotti, utilizzo di energie sostenibili e rinnovabili, ottimizzazione d'uso delle materie prime ed utilizzo responsabile di prodotti realizzati con materie prime da fonti rinnovabili.

Si passa inoltre dal concetto di sostenibilità del prodotto non solo “dalla culla alla tomba”, ovvero durante il suo consumo, ma a quello “dalla culla alla culla” che include anche il suo riciclo e riutilizzo. Riciclare i rifiuti significa “valorizzare” i rifiuti stessi, recuperando materie prime utili alla produzione di nuovi materiali.

Il settore dei produttori di arredi, di vernici e di materie prime per l’industria delle vernici si muove
anch’esso in questa direzione negli ultimi anni, con una velocità in crescita esponenziale.
I produttori di mobili ed i loro fornitori si sforzano di avere una produzione più sostenibile, per ridurre il loro carbon footprint, utilizzano specifici materiali e prodotti vernicianti a basso impatto ambientale (come ad esempio i prodotti all’acqua) che consentono anche di avere al momento dell’utilizzo un ambiente di lavoro più salubre e di migliorare sensibilmente la qualità del proprio ambiente domestico.

Sirca ha sempre creduto responsabilmente in tali valori e posto particolare attenzione a tali temi e
negli ultimi dieci anni ha intrapreso un cammino green per ridurre fortemente il carbon footprint dei
propri prodotti, investendo tempo e risorse nella ricerca e nello sviluppo di prodotti sostenibili e maggiormente ecocompatibili, anticipando volontariamente i tempi e dimostrando un forte ethos ambientale.
Non si può riciclare una vernice, ma si può pensare di produrne una che non sia basata su polimeri
sintetizzati usando fonti fossili ma altresì basata su bio-polimeri prodotti con bio-monomeri
provenienti da scarti dell’industria alimentare.

Oggi vi sono sempre maggiori esigenze di requisiti e prestazioni specifiche per le finiture dei mobili:
esse devono essere antigraffio, resistenti alla luce ed agli agenti chimici, facili da pulire, resistenti agli
sbalzi di calore e durare molto nel tempo oltre ovviamente ad abbellire ed impreziosire il manufatto
verniciato. In collaborazione con le più importanti multinazionali europee produttrici di materie prime per vernici, Sirca ha coniugato con successo sostenibilità ed alte prestazioni, realizzando un vero e proprio portfolio di vernici all’acqua acriliche BIO BASED di natura rinnovabile e non competitive con l’alimentazione umana. I prodotti sono disponibili sia in versione pigmentata che trasparente, destinate sia all’utilizzo su mobili da interno che su finestre e manufatti da esterno.

Creare insieme la vernice green

Un mastro artigiano si sforza duramente di creare un prodotto bello, pratico ed etico: un pezzo alla volta. Probabilmente questo suona familiare. Forse la descrizione rappresenta qualcuno che conosci; forse proprio te stesso. Ma rappresenta anche un tipo di artigiano diverso: quello che indossa un camice bianco piuttosto che una normale giacca e chi lavora in un laboratorio invece che in uno studio. A DSM, i nostri scienziati non fabbricano mobili e non costruiscono case. Ma come
molti dei progettisti che conosciamo sono ottimisti, sognatori che passano la loro vita chiedendosi “cosa succede se”; ricontestualizzando il loro lavoro alla ricerca della prossima grande svolta. A volte il “cosa succede se” diventa “perché no?” e ogni tanto diventa realtà. Un esempio di questo è Decovery® di DSM: una famiglia di resine che unisce tra loro gli ingredienti e rappresenta essenzialmente il cuore e l’anima della vernice. E soprattutto, Decovery®, è ricavato prevalentemente dalle piante.

IL PERCORSO VERSO LA VERNICIATURA VEGETALE

Esattamente. Noi ora siamo in grado di creare vernici da piante, semi e foglie così come oggi l’industria del design crea prodotti da materiali naturali e sostenibili. Inoltre possiamo ottenere questo risultato fornendo le finiture più raffinate. Crediamo che questa capacità di Decovery ® di creare beneficio al pianeta e alle prestazioni rappresenti la prossima grande svolta nel mondo della verniciatura sostenibile, sulla base di principi che saranno famigliari a molti di voi nel settore del design.
In effetti, l’idea dietro ai blocchi di costruzione di origine vegetale che noi usiamo per creare le resine Decovery®, è notevolmente simile a quella di progettisti, costruttori e architetti. L’unica differenza? I nostri scienziati stanno adattando il loro blocco insieme su una scala molto più piccola (ben 7 volte più piccoli di un pelo umano), e anziché essere realizzati con mattoni e calce, i nostri blocchi derivano da residui vegetali.

Nello specifico, per creare le nostre costruzioni, che sono completamente prive di materiali fossili, noi estraiamo gli zuccheri, gli amidi e gli olii naturali dalle piante e gli scarti agricoli mediante un processo conosciuto come conversione delle biomasse.
Ecco quindi che per il nostro pianeta i benefici sono chiari: un ridotto impatto ambientale, che si traduce in aiuti per contrastare il cambiamento climatico. Mentre per la gente, e più nello specifico per i nostri clienti, resine ad estrazione vegetale significa possibilità di respirare aria fresca e ripulita
dalle esalazioni.

VUOI UN’ALTERNATIVA SOSTENIBILE? BASTA CHIEDERE!
Ma prima di congratularci con noi stessi, siamo i primi ad ammettere che la strada è ancora lunga. A dirla tutta, oggi le resine Decovery® sono di estrazione vegetale per il 50%, quindi siamo a metà strada per quanto riguarda il creare una resina completamente naturale; ed è qui che la nostra
controparte nell’industria del design può davvero aiutarci. Per far sì che il nostro sogno si realizzi abbiamo bisogno di qualcuno che usi le vernici, dai progettisti ai produttori ai verniciatori stessi e a chiunque stia nel mezzo, per alimentare insieme questa tendenza alle finiture 100% naturali.
La buona notizia? Stiamo facendo progressi. Per esempio, il nostro gruppo ha parlato recentemente a un produttore di porte circa la possibilità di usare vernici più sostenibili. La sua risposta è stata sincera: non ci aveva mai pensato molto, sebbene fosse disposto ad ascoltare. Quando gli abbiamo
spiegato il concetto di sostenibilità che sta dietro a Decovery® e come crei benefici per l’ambiente e in termini di prestazione, lui si è subito convinto. Ora il nostro team sta lavorando con questo progettista per sviluppare una nuova vernice più sostenibile. Quindi se sei interessato a fare lo stesso
perché non chiedi ai tuoi fornitori abituali di poter avere delle alternative sostenibili? Potresti davvero scoprire che il rivestimento del tuo prodotto inizia ad essere la ciliegina
sulla torta!