Un rinnovato successo per la settima edizione di Paintexpo




L’ormai noto potenziale della biennale più attesa dalla filiera della verniciatura industriale ci sorprende sempre come anche, al contempo, l’abilità della Germania di mantenere entro i confini nazionali il baricentro della manifestazione di riferimento per il settore, cui partecipa un gran numero di italiani, sia in qualità di espositori che di visitatori. Ma consideriamo i numeri, perché sono questi che, da soli, raccontano la buona riuscita di un’iniziativa. È così che la settima edizione di Paint Expo ha registrato di pari passo, una crescita sia di espositori (e quindi di m2 espositivi) che di visitatori (circa il 12%) provenienti da 88 paesi, fra cui l’Italia si conferma tra le percentuali più alte.
Ma Paint Expo è anche la piattaforma entro cui presentare soluzioni nuove e migliorate ma anche dove ricevere molti input per un ulteriore sviluppo dei prodotti, veicolati tanto dai visitatori, quanto dalla rete di scambio che si crea tra espositori.

Tutto questo si traduce in un’ampia gamma di prodotti e servizi, dal pretrattamento ai rivestimenti, dagli impianti alle tecnologie d’applicazione, fino all’ispezione e all’imballaggio. Tutte le più rinomate rappresentanze dell’industria della verniciatura convogliano in un unico spazio espositivo, così da rispondere in maniera immediata ed efficace alle più svariate richieste.
Gli espositori si dicono soddisfatti soprattutto in termini di numero e qualità dei contatti acquisiti. L’eterogenea provenienza dei visitatori e la loro internazionalità non sono assolutamente fattori da meno nella valutazione finale dell’evento. 

Vediamo qualche parere.

“Questa nuova edizione di Paint Expo -ci racconta Marco Morlacchi di Lesta, azienda milanese produttrice di robot antropomorfi di verniciatura - ci ha portato molti contatti europei, per la maggior parte italiani, polacchi e tedeschi, naturalmente. Oltre alle nostre tradizionali proposte, la novità che abbiamo presentato a Paint Expo quest’anno è un robot dotato di un nuovo software che adatta il programma di verniciatura in base a come è posizionato il pezzo sulla bilancella. L’interesse per la tecnologia italiana è indiscusso: bisognerebbe trovare il modo di valorizzarlo entro i confini nazionali”.  

Anche Carlo Guidetti, titolare di Chemtec, azienda milanese produttrice di tecnologie per il pretrattamento superficiale e per il trattamento delle acque, si ritiene soddisfatto della fiera: “A distanza di poche settimane siamo contenti dei risultati ottenuti: molti contatti, alcuni dei quali sembrano opportunità importanti da cogliere in fretta. Sono varie le ragioni che ci portano a investire in questa manifestazione: è una fiera internazionale, non tedesca e questo crea opportunità a livello globale. Senza tralasciare che sono presenti all’evento tutti gli operatori “che contano” nel nostro settore e quindi è un’occasione per incontrare concorrenti, partner e per stringere nuovi accordi o consolidare relazioni esistenti. Conoscere e farsi conoscere, per un’azienda giovane come la nostra è fondamentale”.

“È il terzo anno che partecipiamo a Paint Expo -ci racconta Pierluigi Rostirolla, dell’omonima azienda veneta produttrice di ganci, telai, bilancelle e altri accessori per impianti di verniciatura - e quindi non è stata una sorpresa per noi vedere un grande afflusso di visitatori. Rispetto agli anni precedenti i numeri sono aumentati come d’altronde anche il numero di espositori, indice dell’importanza che la fiera acquisisce di edizione in edizione. Considerando le modeste dimensioni della nostra azienda, siamo soddisfatti dei contatti raccolti, provenienti per metà circa dalla Germania e per l’altra metà dal resto d’Europa: tutti potenziali clienti interessati più che ai prodotti standard, facilmente reperibili sul mercato, a prodotti unici come i sistemi a molla o i telai smontabili. Per noi Paint Expo è la scadenza biennale che ci “obbliga” a sviluppare prodotti nuovi, aggiornare il catalogo e promuovere tutto ciò. Ma è anche l’occasione per confrontarci in maniera costruttiva con le aziende concorrenti d’oltralpe, fattore che, insieme ai riscontri che riceviamo dai nuovi clienti, ci permette di comprendere le necessità e le tendenze dei mercati internazionali”.

Positivo anche il riscontro di Cristoforo Brendas, responsabile divisione Polveri Italia Arsonsisi: “Questa settima edizione di Paint Expo mi è parsa ancora più completa di quelle precedenti, a dimostrazione di ciò la maggior superficie espositiva con record di espositori e visitatori. Confrontandomi con colleghi e conoscenti che hanno partecipato alla manifestazione, tutti hanno dato un feedback positivo. Abbiamo registrato un buon numero di contatti, paragonato ai circa 12.000 visitatori e crediamo che almeno la metà siano davvero interessati. Come completezza di argomenti, numero di espositori e di conseguenza visitatori, ritengo sia la fiera più importante per il nostro settore. Come al solito è molto difficile quantificare un effettivo ritorno economico: sicuramente si ha un buon ritorno di immagine. Abbiamo accolto visitatori di nazionalità eterogenee: Paesi Baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Ucraina, ma anche Nord Africa, India e Cina. Stranamente pochi francesi e, considerando che la fiera è in Germania, anche pochi tedeschi”.


Una passeggiata green nel cuore di Milano


Una passeggiata di 250 metri nel mondo della sostenibilità per scambiarsi qualche opinione sui rapporti tra verniciatura, industrial design e architettura; sullo sfondo il tramonto, lo skyline di Milano e un calice di vino. Cosi Finiture Green ha riunito più di cinquecento visitatori tra il
17 e il 22 aprile, tra architetti, designer, produttori e professionisti nel settore della verniciatura.

Scandita da hashtag e viste mozzafiato l’istallazione, selezionata tra gli eventi green della settimana del design milanese da Archiproducts.it (rinomato motore di ricerca di prodotti per l’architettura), si è fatta largo dal 17 al 22 aprile riscuotendo un successo firmato Anver, all’insegna della sostenibilità.

L’Anver e il suo braccio operativo, La Rivista del Colore, con la guida di Patricia Malavolti, ha partecipato al Fuorisalone 2018 con un vero e proprio percorso sensoriale ed emozionale
dedicato alle bio resine alle bio vernici e alla cromatura pulita. L’allestimento minimalista
è stato curato dalla direzione artistica dello studio Meregalli Merlo Architetti Associati presso la suggestiva location Highline Gallery di Milano.

L’iniziativa ha pienamente soddisfatto le aspettative delle aziende che ne hanno attivamente preso parte: Sirca, Dsm, Itlas, Molteni Metallizzazione, tutte realtà industriali impegnate da tempo nella ricerca di prodotti e processi di finitura sostenibili.
Desiderio comune era mostrare la possibilità di utilizzare materiali a basso impatto ambientale per la
finitura delle superifici, pur non rinunciando al design e allo stile.

Adapta Color riceve l'omologazione delle polveri antigraffiti


La gamma dei prodotti antigraffiti di Adapta è prodotta in modo particolare per proteggere gli oggetti e le superfici da atti vandalici - graffiti fatti con le bombolette spray o con pennarelli - dato che permette la pulizia con i solventi d'uso abituale, senza degradare il rivestimento.

Si produce in qualsiasi colore e finitura, inclusi i trasparenti e i metallizzati. Ha una buona resistenza all’ambiente esterno, così come un’eccellente resistenza chimica ai solventi più comuni come xilene, acetone, acquaragia e metiletilchetone (MEK). La nuova gamma antigraffiti resiste a quest’ultimo solvente 24 ore, cosa che la differenzia in modo significativo dagli attuali prodotti presenti sul mercato.

Inoltre, l'azienda ha provveduto all’omologazione della serie UB Antigraffiti nel laboratorio
materiali della Railway Testing Agency della SNCF (la società delle ferrovie francesi), secondo
il metodo B della norma francese NF F 31-112. I risultati sono i seguenti:

• Buona resistenza ai prodotti di pulizia, con risultati favorevoli nell’esposizione ai differenti agenti aggressivi a 30 minuti, 2 e 24 ore;
• Prove d'efficacia (nella tabella).

Fati sviluppa una nuova catena ad alte prestazioni per impianti di verniciatura con cuscinetti autolubrificanti


Fati, azienda di Cesana Brianza (LC) leader nella produzione di cuscinetti e catene per convogliatori
aerei, ha progettato e sviluppato una nuova catena ad alte prestazioni per impianti di verniciatura caratterizzata da speciali cuscinetti autolubrificanti e resistenti alle alte temperature, fino a 250°C.

L’azienda, attraverso la ricerca di materiali e tecnologie di lavorazione sempre più performanti e avanzate, risponde alle esigenze tecniche dei propri clienti investendo sulla qualità dei
materiali utilizzati, sulle lavorazioni sempre più accurate e sul continuo miglioramento qualitativo dei propri prodotti.
Tutto ciò ha portato alla presentazione tramite la casa madre TMC, all’ultima edizione di Paint Expo
di Karlsruhe, delle catene Hp-Coat, specifiche per il settore della verniciatura industriale. Queste catene sono caratterizzate da particolari cuscinetti a sfera, costruiti in acciaio ad alta resistenza
e rivestiti con un prodotto sviluppato da Fati, che garantisce una migliore resistenza alla corrosione e presenta una proprietà autolubrificante che permette di allungare la vita della catena fino a 3 volte le normali tecnologie presenti sul mercato.

L’esperienza pluriennale di Fati ha mostrato come spesso le problematiche maggiori negli impianti di
trasporto siano legate alla lubrificazione del cuscinetto, che spesso è carente o completamente assente negli impianti a convogliatore, specie in quelli più datati.
Le proprietà del nuovo cuscinetto permettono di ovviare a queste carenze e di ridurre notevolmente i
problemi che ne derivano, allungando notevolmente la vita della catena e gli intervalli di manutenzione e riducendo i tempi di fermo impianto, garantendo quindi una maggiore produttività e
competitività.

Il punto di forza di questo nuovo prodotto è la sua versatilità e adattabilità a ogni tipo di impianto e utilizzo garantendo le caratteristiche di portata e resistenza delle catene standard.
Il nuovo rivestimento può essere utilizzato su tutta la gamma di catene prodotte da Fati, garantendo tempi rapidi di consegna.

Vernici in polvere in fase di sviluppo con nuovi investimenti produttivi in Italia



Pochi sono stati gli sviluppi di nuovi produttori di polveri nel mercato italiano, che ha ceduto molte quantità dai mitici tempi del 2007, quando la produzione italiana occupava la terza posizione
mondiale con 121.850 t (oggi sono 88.200 t), dopo Cina e USA.

Ci hanno pensato a dare impulso alle innovazioni due coraggiosi imprenditori, Walter Giovanni Bulla e Ruggero Cremasco con l’organizzazione della Bullcrem Lack, sediata a Riese Pio X, in provincia di Treviso, una nuova azienda produttrice di polveri, soprattutto speciali, unica nel suo genere in Italia (polveri a basso spessore: 20-30 micron; polveri IR/ UV; polveri a bassa temperatura di polimerizzazione: 130°C durante 20 min; polveri su polveri; polveri di durata esterna di oltre 25 anni e altro ancora), che si affiancano alla produzione e commercializzazione delle tradizionali polveri poliesteri, epossidiche, epossipoliesteri.

Accompagnati dai due imprenditori visitiamo il grande stabilimento, che occupa 5.000 m2 su di un’area totale di 16.000 m2, è stato progettato con criteri da “industria 4.0”:  dalle aree di approvvigionamento delle materie prime alla produzione, al controllo qualitativo, passando dal laboratorio di ricerca e di sviluppo polveri innovative, alla ”piccola fabbrica” per la produzione di piccole quantità “personalizzate”.

Nella parte esterna allo stabilimento sono in funzione i servizi alla produzione, quali i raffreddatori
di aria e acqua per gli estrusori di polveri e di abbattimento dei fumi operativi.
Una nuova realtà che portiamo a conoscenza dei lettori e degli utilizzatori di vernici in polvere e a tutti gli interessati a questa tecnologia che dimostra il notevole investimento che vede protagonisti Walter Giovanni Bulla e Ruggero Cremasco, sia perché è un’importante iniziativa tutta italiana, di
quella parte di Italia che crede nella verniciatura a polveri, sia perché promette una grande ricerca nello sviluppo di polveri innovative per soddisfare le nuove esigenze di chi vernicia in un momento,
quello odierno, di trasformazione industriale.

Volumi, colore, leggerezza

La lamiera stirata è un materiale che sta avendo sempre più successo nell’architettura.
Nella progettazione di edifici e facciate, nel “recladding”, “refitting” e “overcladding” (tutti termini inglesi che definiscono pratiche edilizie di riqualificazione architettonica ed efficientamento energetico delle costruzioni), ad esempio, si rivela essere un sistema versatile anche per definire grandi volumi, pur mantenendo un risultato finale di “pelle” leggera.

La sua versatilità deriva dal fatto che, a seconda del tipo di aspetto o schermatura più o meno trasparente che si vuole ottenere, è possibile individuare la dimensione e il disegno della maglia più
adatta. Le lamiere stirate, inoltre, sono disponibili sul mercato prodotte con diversi metalli, all’alluminio (il più utilizzato sia in termini di costi che di peso) alla lamiera di acciaio, acciaio inossidabile, titanio, bronzo e altro, adattandosi alle diverse esigenze dei settori dove vengono applicate, oltre all’architettura, sia estetiche, che di durata, e di corrispondenza alle normative dei diversi settori (per esempio nel settore automobilistico).

In Francia, l’azienda leader è Metal Deploye, che ha la sede produttiva in Borgogna, a Montbard. E’ una grande storica azienda (l’anno di fondazione è il 1902!), solo per la lavorazione della lamiera impiega più di 60 addetti, ed è gestita da David Parisse.
Dal 2008 fa parte del gruppo olandese Roto. Incontriamo Alain Ouenne, il direttore commercial
e,
in occasione dell’inaugurazione del nuovo showroom di Parigi. Lo spazio raccoglie ed espone una
serie di lamiere stirate di diversi metalli, dimensione di maglie e con diverse finiture.

«Metal Deploye – esordisce Alain Ouenne – mette a disposizione di architetti e imprese di costruzione la sua esperienza al fine di assisterli nella scelta della posa e del fissaggio delle lamiere, passo a passo per ottenere la soluzione migliore».
La lamiera stirata non è un prodotto nuovo, è una invenzione americana il cui utilizzo si è diffuso soprattutto in ambito industriale, ma che, proprio grazie a questo aspetto, è stato apprezzato
da molti architetti, soprattutto in alcuni Paesi, come la Francia, dove architetture come il Beaubourg (il Centro George Pompidou di Parigi progettato da Renzo Piano e Richard Rogers e inaugurato nel 1977) hanno avuto un ruolo determinante nell’immaginario collettivo, dato che il progetto lasciava
evidente la struttura e le funzioni tecniche erano sottolineate dall’uso di differenti ori, per accentuarne l’idea di modernità. Una delle caratteristiche più interessanti della gamma dei prodotti di Metal Deploye è la possibilità di scegliere diversi tipi di finitura applicabili alle lamiere stirate, dalla zincatura a caldo all’ossidazione anodica. Per quanto riguarda la verniciatura a polveri, che viene effettuata da alcuni verniciatori conto terzi selezionati vicino alla fabbrica dove si producono le lamiere, consente una gamma molto elevata di colori e finiture.

Infatti: «attualmente – prosegueAlain Ouenne – è una delle finiture maggiormente richieste, sia perché ha costi più competitivi rispetto ad altre ma, soprattutto, perché la possibilità di scelta di colori, effetti e finiture è decisamente molto ampia, soprattutto da quando ci forniamo da Adapta Color. La collaborazione con Adapta Color, grazie al costante apporto professionale di Victor Manuel
Diaz, responsabile del mercato francese e Mathieu Dutheil, tecnico commerciale, è molto positiva perché ci possiamo presentare agli studi di architettura e ai costruttori edili in modo propositivo,
come partner di una scelta finale.

Infatti Adapta, che ha un catalogo molto ampio e ricco di proposte, anche alternative, ci dà gli strumenti adatti per rispondere alle esigenze dei progettisti, arrivando a poter offrire, in sinergia
con il laboratorio dell’azienda spagnola, una interessante “personalizzazione”, con la certezza di proporre un prodotto garantito e omologato».

La filosofia produttiva di Adapta Color prosegue nell’offrire ai propri clienti prodotti con rese superiori alla media delle vernici in polvere presenti sul mercato e, soprattutto, omologate: una
delle ultime omologazioni - i dettagli nelle prossime pagine – si riferisce ai prodotti antigraffiti.

SICUREZZA NEI PROCESSI PRODUTTIVI E TUTELA PER L’AMBIENTE: QUESTE LE VERE INNOVAZIONI 4.0





È sempre più in uso in ambito industriale il termine sostenibilità che dovrebbe avere come obiettivo primario quello di agire nel presente con una visione proiettata a quello che sarà “il domani produttivo”.

Diventa fondamentale pensare al medio e lungo periodo e collocare la parola sostenibilità su una visione più ampia, che comprende al suo interno lo sviluppo sociale, oltre che quello economico ed ecologico, e una più ristretta, che si riferisce invece quasi esclusivamente agli aspetti di gestione ambientale e alle risorse, delle quali si teme l’esaurimento nel tempo. 

Quello dell’impresa responsabile è infatti uno dei temi più attuali che si sta affacciando sul panorama della gestione e della politica aziendale. 

Nonostante la forte concorrenza e un grande problema di contraffazione, l’Italia realizza oltre il 50% della produzione europea e oltre il 15% di quella mondiale (fonte Unic, Unione Nazionale Industria Conciaria). L’intero sistema manifatturiero nostrano è fortemente influenzato dalla territorialità, che rappresenta un plus in termini di credibilità e alto valore aggiunto del made in Italy, grazie a una tradizione fortemente “artigianale”.

Ciò però non deve indurre nell’errore di sottovalutare le esigenze e le sensibilità di un mercato globale che ricerca qualità, competitività ma anche prodotti sicuri e rispettosi dell’ambiente. Questa variabile sta poco a poco diventando un importante fattore di competitività, un ulteriore valore aggiunto immateriale per le produzioni italiane.

L’innovazione tecnologica legata ai temi dell’ambiente e della sicurezza, è, infatti, una scommessa ragionevole per un’imprenditoria matura ed è un elemento che concorre ad incrementare la percezione di qualità che è solitamente associata alle produzioni del manifatturiero italiano. Tuttavia, se è pur vero che la sensibilità ambientale inizia a diffondersi presso alcune fasce di consumatori, è altrettanto vero che molto resta da fare affinché gli investimenti “green” si traducano in un ritorno economico sul mercato e in un effettivo asset competitivo per le imprese del settore. Nell’ultimo ventennio, anche sotto la spinta di una normativa sempre più stringente, il comparto dei trattamenti di superficie, ad esempio, ha investito in diverse iniziative atte a ridurre l’impatto ambientale.

Si tratta quindi di considerare il sistema produttivo come un vero e proprio ciclo di vita, dove i termini sicurezza e rispetto per l’ambiente rappresentino un vero e proprio codice comportamentale.

Aircom, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di pistole automatiche per la spruzzatura destinate alle industrie conciarie, della plastica, del legno, del vetro, lo ha compreso da tempo, investendo le proprie energie su progettazione, ricerca e sviluppo, i nodi centrali per realizzare prodotti non solo evoluti ed esteticamente belli, ma sicuri e durabili.

In particolare l’ultima nata, la Aircom Eco, è una pistola di spruzzatura progettata per andare incontro a due obiettivi fondamentali: l’attenzione al fattore ecologico delle lavorazioni industriali e del loro impatto ambientale e la conseguente, importante, riduzione dei costi durante la fase di verniciatura.

Per ottenere ciò, è stato studiato un prodotto che permette di lavorare a pressioni di atomizzazione molto basse al fine di ottenere sia un elevato risparmio dei prodotti vernicianti, sia una significativa riduzione delle emissioni in atmosfera (valore certificato secondo normativa UNI EN 13 966-1).