La ceramica a effetto legno è diventata un bestseller, anche se fino
a pochi anni fa era considerata una scelta kitsch. Oggi per garantire la
qualità esecutiva ci si serve di produzioni industriali già collaudate,
pertanto non è più sufficiente fornire un progetto che utilizza legno, vetro,
ferro e argilla (nelle sue varie forme). Il progettista deve sbaragliare la
concorrenza, deve stare al passo con i tempi proponendo materiali e finiture
che il cliente (grande googolatore) non ha mai visto per poterlo stupire ed
aggiudicarsi la commessa. Non si può più quindi permettere di fermarsi ad
un’offerta tradizionale ma deve offrire il legno con effetti metallici o la
muratura effetto lavagna e la carta color polvere di cemento. Per decenni le
grandi aziende di ceramica o quelle dedite alla produzione di finiture non
hanno ritenuto necessario spingere altro se non ciò che per decenni è stato
chiesto dai clienti. Oggi la partita si gioca su più fronti, l’interlocutore
non è più solo il posatore, ma lo stesso progettista pretende di conoscere
quali materiali e quali aziende verranno utilizzate per realizzare il progetto,
nuovi indicatori spostano l’attenzione dal prezzo, ad esempio l’impatto
ambientale che fino ad alcuni anni fa era solo un vezzo di alcuni architetti e
pochissimi imprenditori illuminati. Non solo si può imitare un materiale
naturale semplicemente con una finitura, ma lo spessore di pochi decimi di mm
rispetto ad alcuni cm rende la ceramica più sostenibile in caso di smaltimento
ed il materiale più prestazionale avrà maggiori possibilità in un mercato estremamente
competitivo come quello dell’interior design.
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