Tag:
arredo, design, dettaglio, filosofia, finitura, innovazione, interior, lavorazione, legno, mobili, olio, qualità, Riva1920, superficie, tradizione
Gli italiani, che hanno cura dei dettagli e della
qualità per alcuni tipi di prodotti, come
l’abbigliamento, le scarpe, e sono anche molto
attenti quando scelgono l’automobile, quando devono
decidere che mobile comprarsi, per esempio l’armadio
che si mettono in casa, dimenticano questi criteri, e
lo comprano costruito con materiali poveri: noi non
abbiamo mai accettato questa logica, i nostri mobili
seguono quattro principi filosofici che il mercato,
soprattutto estero, ha apprezzato» – esordisce Maurizio
Riva che, con il fratello Davide, è l’imprenditore-artigiano-
designer che nel 1990 ha dato una svolta
all’azienda storica che da tre generazioni costruiva
mobili in legno su misura nel cuore della Brianza,
uno dei più importanti distretti del mobile italiano ed
europeo.
Lo incontriamo nel Riva R1920 Centre di Cantù
(Como), dal 2011 spazio polivalente.
All’interno dello spazio è ricavato un museo
- sono esposti storici attrezzi per la lavorazione del
legno, e lo spazio espositivo, dedicato anche a mostre
temporanee sul tema dell’utilizzo del legno nelle più
svariate declinazioni.
I quattro principi “filosofici” che attraversano tutta la
vita e la produzione della Riva 1920 sono:
• il legno è un prodotto naturale, e tale deve rimanere,
quindi va usato con molta cura;
• il legno deve essere considerato una materia viva;
• il legno massiccio – così è usato nelle lavorazioni
da Riva 1920 – richiede di essere lavorato con le
tecniche della produzione tradizionale di mobili,
attualmente quasi del tutto scomparse;
• la tradizione nella lavorazione del legno deve fondersi
con le più moderne tecnologie produttive, sia prodotti
che macchinari, allo scopo di mantenere costante l’alta
qualità dei manufatti.
«In generale dobbiamo imparare ad avere cura del
prossimo e del frutto del nostro lavoro, oltre a difendere
quello che sappiamo fare: le nostre maestranze, che
sono abili artigiani, hanno l’abitudine di ricoprire i
semilavorati e i prodotti finiti con un panno rosso:
è una questione di rispetto. E’ per questo che
diamo al nostro cliente nel kit di manutenzione, oltre
al flacone con l’olio di finitura, anche un panno per
la polvere, una paglietta in lana d’acciaio per togliere
eventuali graffi e aloni, un panno per stendere l’olio, i
guanti e le istruzioni per ripristinare la finitura.
Curiamo meticolosamente il nostro lavoro,
collaboriamo con tanti architetti e designer italiani
e stranieri, da Renzo e Matteo Piano a Pininfarina, da
Michele De Lucchi a Matteo Thun, da Karim Rashid
a Carlo Colombo con il coordinamento del nostro art
director, Terry Dwan che, a partire dagli anni ‘90 del
secolo scorso, ha saputo dare impulso al rinnovamento
anche dell’immagine aziendale, che è diventata una
“fabbrica del design”, sia materiale che culturale».
Il legno è vivo
Unknown
- 11:00
Gli italiani, che hanno cura dei dettagli e della
qualità per alcuni tipi di prodotti, come
l’abbigliamento, le scarpe, e sono anche molto
attenti quando scelgono l’automobile, quando devono
decidere che mobile comprarsi, per esempio l’armadio
che si mettono in casa, dimenticano questi criteri, e
lo comprano costruito con materiali poveri: noi non
abbiamo mai accettato questa logica, i nostri mobili
seguono quattro principi filosofici che il mercato,
soprattutto estero, ha apprezzato» – esordisce Maurizio
Riva che, con il fratello Davide, è l’imprenditore-artigiano-
designer che nel 1990 ha dato una svolta
all’azienda storica che da tre generazioni costruiva
mobili in legno su misura nel cuore della Brianza,
uno dei più importanti distretti del mobile italiano ed
europeo.
Lo incontriamo nel Riva R1920 Centre di Cantù
(Como), dal 2011 spazio polivalente.
All’interno dello spazio è ricavato un museo
- sono esposti storici attrezzi per la lavorazione del
legno, e lo spazio espositivo, dedicato anche a mostre
temporanee sul tema dell’utilizzo del legno nelle più
svariate declinazioni.
I quattro principi “filosofici” che attraversano tutta la
vita e la produzione della Riva 1920 sono:
• il legno è un prodotto naturale, e tale deve rimanere,
quindi va usato con molta cura;
• il legno deve essere considerato una materia viva;
• il legno massiccio – così è usato nelle lavorazioni
da Riva 1920 – richiede di essere lavorato con le
tecniche della produzione tradizionale di mobili,
attualmente quasi del tutto scomparse;
• la tradizione nella lavorazione del legno deve fondersi
con le più moderne tecnologie produttive, sia prodotti
che macchinari, allo scopo di mantenere costante l’alta
qualità dei manufatti.
«In generale dobbiamo imparare ad avere cura del
prossimo e del frutto del nostro lavoro, oltre a difendere
quello che sappiamo fare: le nostre maestranze, che
sono abili artigiani, hanno l’abitudine di ricoprire i
semilavorati e i prodotti finiti con un panno rosso:
è una questione di rispetto. E’ per questo che
diamo al nostro cliente nel kit di manutenzione, oltre
al flacone con l’olio di finitura, anche un panno per
la polvere, una paglietta in lana d’acciaio per togliere
eventuali graffi e aloni, un panno per stendere l’olio, i
guanti e le istruzioni per ripristinare la finitura.
Curiamo meticolosamente il nostro lavoro,
collaboriamo con tanti architetti e designer italiani
e stranieri, da Renzo e Matteo Piano a Pininfarina, da
Michele De Lucchi a Matteo Thun, da Karim Rashid
a Carlo Colombo con il coordinamento del nostro art
director, Terry Dwan che, a partire dagli anni ‘90 del
secolo scorso, ha saputo dare impulso al rinnovamento
anche dell’immagine aziendale, che è diventata una
“fabbrica del design”, sia materiale che culturale».
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