Riprendiamo un argomento cruciale per i rivestimenti in architettura (e, in un certo senso, anche nel design industriale): quali materiali, come usarli, il rapporto tra il materiale vero e la sua mimesi.
L’architettura e il design – cioè il progetto – devono
sempre fare i conti con il tempo: il tempo è infatti la variabile che richiede
controllo. Lo scopo principale delle vernici è proprio questo: fare in modo
che, proteggendoli con uno strato “impermeabile”, i materiali non si
deteriorino, non solo dal punto di vista dell’aspetto ma, soprattutto, delle
caratteristiche meccaniche e funzionali. Non si tratta quindi solo di dare ai manufatti
un rivestimento di impatto che dia esperienze sensoriali e emotive, ma anche
trovare il giusto equilibrio tra la naturalità del materiale e le esigenze
legate alla manutenzione, alla pulizia, alla durata.
Tutto è legato al tempo (e al denaro): per evitare il
deterioramento dei materiali il progettista deve trovare il giusto rivestimento
che valorizzi l’idea e che consenti l’uso appropriato. Una scelta che fa la
differenza.
La vernice, in ogni caso, è l’ultimo strato di un processo
che coinvolge più prodotti e più attori: fondamentale per ottenere l’aspetto
desiderato è la scelta del ciclo di preparazione e finitura della superficie.
Non è corretto parlare quindi solo di vernice, ma è necessario conoscere tutto
il processo. Il processo corretto porterà al rivestimento migliore per la
valorizzazione della superficie. Alcune scelte progettuali “azzardate” sulla
finitura portano infatti ad accorciare la durata dei manufatti e a costi non
quantificabili per il mantenimento di un aspetto adeguato nel tempo, per la
pulizia, per la funzionalità.
Cosa c’entra il tempo con il rapporto tra il materiale
“vero” e la sua mimesi? Il legame è dato dalla necessità di trovare il giusto
compromesso tra l’aspetto del materiale – soprattutto quando è richiesto nel
suo aspetto naturale, ad esempio quando si usa il legno, o l’alluminio naturale
o il ferro ossidato – e i problemi che questi materiali hanno senza lo strato
protettivo: si sporcano, cambiano l’aspetto e perdono le caratteristiche strutturali
– ad esempio il legno; rilasciano su altri materiali i propri residui e non
sono pulibili – come il Corten; non mantengono un aspetto accettabile oppure è
intrinseco nella tecnologia di produzione la difficoltà di mantenere nel tempo
o anche solo nella produzione in tempi differenti la stessa apparenza – come
l’alluminio anodizzato. Per questo motivo si sviluppano prodotti vernicianti
che “copiano” alcuni materiali o, dal punto di vista estetico, alcuni processi
di finitura. Come si può affrontare il problema senza incorrere nella copia? Il
dibattito è aperto.
Let us
resume a critical topic for coatings in architecture (and also in industrial
design): which materials, how to use them, the relationship between the real
material and its mimicry.
Architecture and design – that means the project - must always deal with
time: in fact time is the variable that requires control. The main purpose of
the coatings consists of protecting
materials with a"waterproofing" layer in order to not let deteriorate
them, not only in terms of appearance but, and above all, in terms of mechanical and functional characteristics. So
we do not coat the materials just to give sensations but also to find the right
balance between the naturalness of the material and the requirements connected
to maintenance, cleaning, durability.
Everything
is linked
to time (and money): to prevent materials’ deterioration the designer has to
find the right coating that enhances the idea and allows its appropriate use. A
choice that makes the difference.
Anyway
coating is the last step of a process that involves more products and more players:
the choice of the treatment and of the surface finishing cycle is essential to
achieve the desired appearance. So it is not right to talk only about coating,
but you need to know the whole process. The right process will lead to the best
finish for the enhancement of the surface. Some "risky" design
choices about finish reduce manufactured pieces’ lasting and caused an increase
of costs for the maintenance of an adequate appearance over time, for the
cleaning and for the functionality.
What does time have ti do with the
relationship between the "real" material and its mimicry? The link is
due to the necessity to find the right compromise between the appearance of the
material - especially when it is required in its natural appearance, for
example by using wood, or natural aluminium
or oxidized iron - and the problems that these materials have without any
protective coat: they get dirty, change the appearance and lose structural
features - for example wood; they release on other materials their own residuals and they can not be
cleaned - like Corten; they do not keep an acceptable appearance, or may be it
is inherent in the production technology the difficulty of keeping the same appearance, or in the process steps performed
in different times- as the anodized aluminium.
For this
reason coating products which “imitate” materials or some finishing, in terms
of aesthetical appearance, have been developed.
How can you
deal with the problem without incurring the copy? The debate is open
Patrizia, bell'articolo e bella domanda!
RispondiEliminaUna possibile risposta è utilizzare l'evocazione. Come hai avuto modo di vedere nella nostra ultima collezione abbiamo fatto un esperimento evocando l'oro. Il passaggio da copia ad evocazione mantiene ben salde le emozioni date dal materiale, ma allo stesso tempo allontana i rischi dell'imitazione al di sotto delle aspettative di committenti e clienti finali.