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La dittatura del tempo/The Tyranny of the Time by Patricia Malavolti




Riprendiamo un  argomento cruciale per i rivestimenti in architettura (e, in un certo senso, anche nel design industriale): quali materiali, come usarli, il rapporto tra il materiale vero e la sua mimesi.
L’architettura e il design – cioè il progetto – devono sempre fare i conti con il tempo: il tempo è infatti la variabile che richiede controllo. Lo scopo principale delle vernici è proprio questo: fare in modo che, proteggendoli con uno strato “impermeabile”, i materiali non si deteriorino, non solo dal punto di vista dell’aspetto ma, soprattutto, delle caratteristiche meccaniche e funzionali.  Non si tratta quindi solo di dare ai manufatti un rivestimento di impatto che dia esperienze sensoriali e emotive, ma anche trovare il giusto equilibrio tra la naturalità del materiale e le esigenze legate alla manutenzione, alla pulizia, alla durata.
Tutto è legato al tempo (e al denaro): per evitare il deterioramento dei materiali il progettista deve trovare il giusto rivestimento che valorizzi l’idea e che consenti l’uso appropriato. Una scelta che fa la differenza.
La vernice, in ogni caso, è l’ultimo strato di un processo che coinvolge più prodotti e più attori: fondamentale per ottenere l’aspetto desiderato è la scelta del ciclo di preparazione e finitura della superficie. Non è corretto parlare quindi solo di vernice, ma è necessario conoscere tutto il processo. Il processo corretto porterà al rivestimento migliore per la valorizzazione della superficie. Alcune scelte progettuali “azzardate” sulla finitura portano infatti ad accorciare la durata dei manufatti e a costi non quantificabili per il mantenimento di un aspetto adeguato nel tempo, per la pulizia, per la funzionalità.

Cosa c’entra il tempo con il rapporto tra il materiale “vero” e la sua mimesi? Il legame è dato dalla necessità di trovare il giusto compromesso tra l’aspetto del materiale – soprattutto quando è richiesto nel suo aspetto naturale, ad esempio quando si usa il legno, o l’alluminio naturale o il ferro ossidato – e i problemi che questi materiali hanno senza lo strato protettivo: si sporcano, cambiano l’aspetto e perdono le caratteristiche strutturali – ad esempio il legno; rilasciano su altri materiali i propri residui e non sono pulibili – come il Corten; non mantengono un aspetto accettabile oppure è intrinseco nella tecnologia di produzione la difficoltà di mantenere nel tempo o anche solo nella produzione in tempi differenti la stessa apparenza – come l’alluminio anodizzato. Per questo motivo si sviluppano prodotti vernicianti che “copiano” alcuni materiali o, dal punto di vista estetico, alcuni processi di finitura. Come si può affrontare il problema senza incorrere nella copia? Il dibattito è aperto.

Let us resume a critical topic for coatings in architecture (and also in industrial design): which materials, how to use them, the relationship between the real material and its mimicry.
Architecture and design – that means the project - must always deal with time: in fact time is the variable that requires control. The main purpose of the coatings consists of  protecting materials with a"waterproofing" layer in order to not let deteriorate them, not only in terms of appearance but, and above all, in terms of  mechanical and functional characteristics. So we do not coat the materials just to give sensations but also to find the right balance between the naturalness of the material and the requirements connected to maintenance, cleaning, durability.

Everything is linked to time (and money): to prevent  materials’ deterioration the designer has to find the right coating that enhances the idea and allows its appropriate use. A choice that makes the difference.
Anyway coating is the last step of a process that involves more products and more players: the choice of the treatment and of the surface finishing cycle is essential to achieve the desired appearance. So it is not right to talk only about coating, but you need to know the whole process. The right process will lead to the best finish for the enhancement of the surface. Some "risky" design choices about finish reduce manufactured pieces’ lasting and caused an increase of costs for the maintenance of an adequate appearance over time, for the cleaning and for the functionality.
What does  time have ti do with the relationship between the "real" material and its mimicry? The link is due to the necessity to find the right compromise between the appearance of the material - especially when it is required in its natural appearance, for example by using  wood, or natural aluminium or oxidized iron - and the problems that these materials have without any protective coat: they get dirty, change the appearance and lose structural features - for example wood; they release on other materials their own residuals and they can not be cleaned - like Corten; they do not keep an acceptable appearance, or may be it is inherent in the production technology the difficulty of keeping  the same appearance, or in the process steps performed  in different times- as the anodized aluminium.
For this reason coating products which “imitate” materials or some finishing, in terms of aesthetical appearance, have been developed.
How can you deal with the problem without incurring the copy? The debate is open 

1 commenti:

  1. Patrizia, bell'articolo e bella domanda!

    Una possibile risposta è utilizzare l'evocazione. Come hai avuto modo di vedere nella nostra ultima collezione abbiamo fatto un esperimento evocando l'oro. Il passaggio da copia ad evocazione mantiene ben salde le emozioni date dal materiale, ma allo stesso tempo allontana i rischi dell'imitazione al di sotto delle aspettative di committenti e clienti finali.

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