Affacciato sulla Città Vecchia di Gerusalemme, l’hotel cinque stelle David Citadel del gruppo Alrov, progettato nel 1998 da Moshe Safdie, architetto israeliano naturalizzato canadese vincitore dell’AIA Gold Medal, costruisce il lato meridionale del quartiere Mamilla, di fronte alla storica Valle di Hinome, secondo una pianta a ferro di cavallo. Il rivestimento esterno è risolto con una pietra calcarea locale grezza, mentre gli interni sono rivestiti con pareti e controsoffitti rivestiti di legno.
Recentemente sono stati riprogettati tutti gli spazi comuni e le 385 camere e suite distribuite sugli 8 piani dell’edificio, secondo un progetto dello studio italiano Lissoni Associati che, pur mantenendo l’uso dei materiali e colori tradizionali affiancati da altri alternativi trattati in modo originale, ha pensato l’ambiente come un labirinto valorizzato dallo studio della luce naturale ed artificiale.
Una ricca palette di colori, luci, tessuti texturizzati, ottoni trattati con diverse finiture accoppiate a vetri retrostampati, con una nota costante data dall’uso del legno, di rovere per il pavimento, di eucalipto termotrattato per le pareti e l’arredo delle zone comuni e di hemlock per le camere, caratterizzano e personalizzano gli ambienti, sia quelli pubblici che quelli privati.
«Il mood di tutti gli ambienti è stato improntato sulla prevalenza di alcuni “colori” – ci dice Alessandro Simonato, della Tino Sana, azienda di Almenno S. Bartolomeo (in provincia di Bergamo) che ha ricevuto l’incarico di produrre tutto l’arredo del nuovo progetto – in particolare il legno scuro dell’eucalipto termotrattato, l’ottone brunito e il gioco ad “effetto Mondrian” ottenuto con superfici in ottone trattato in vari modi, specchi, vetri retrostampati».
L’appartenenza ad una catena internazionale di hotel di lusso con elevate richieste di qualità e di resistenze superficiali ha indirizzato l’ufficio design di Tino Sana ad effettuare un accurato studio per la scelta dei materiali e delle finiture. «Nelle camere superior – prosegue Simonato - si è utilizzato, al posto dell’eucalipto termotrattato, un rivestimento costituito da pannelli impiallacciati con legno pretinto di hemlock verniciato con vernice trasparente all’acqua ad essiccazione UV, ad effetto visivo “crudo”, in modo da esaltare l’opacità del legno». Grazie alla collaborazione di Elia Maestroni, key account manager di IVM Chemicals e al supporto tecnico del laboratorio R&S, è stato messo a punto un ciclo che consente di ottenere una resistenza superficiale paragonabile ad altre finiture non lignee, caratteristica fondamentale per l’arredo di un hotel che, ovviamente, viene sottoposto a grandi sollecitazioni meccaniche e all’uso di prodotti chimici per la pulizia.
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