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Condividere (Sharing)



Aumenta nella nostra società la necessità di condividere.

In ogni ambito, dalla cultura alla comunicazione, dall’economia all’impresa, la tendenza è quella di scambiare le proprie conoscenze ed esperienze trasversalmente. In alcuni campi i principi della condivisione e quelli partecipativi stanno emergendo con forza, ad esempio nell’ambito del lavoro professionale e delle start-up (che spesso usano le formule di co-working), nell’ambito dell’architettura (che, in teoria, è la “culla” per antonomasia dello spirito di condivisione delle scelte dello sviluppo della città). Nel nostro settore - che, peraltro, è “trasversale” e “infiltrato” in moltissimi ambiti, trattandosi, appunto, di “finiture” –il concetto di “condivisione” è lontano dall’essere applicato. Normalmente si parla di “copia”, che è tutt’altro.
Si cominciano però a percepire i primi passi  verso il cambiamento, dato che le aziende riprendono a comunicare ed informare il mercato, parafrasando un vecchio film, “ricominciando da tre”:  le fiere, dopo la fuga degli ultimi anni, ricominciano a riempirsi (sia con espositori che con visitatori); si ritorna a fare “reclame” –uso il vecchio termine perchè l’unica novità sono i media che si usano, non le modalità, che sono “antiche”; i convegni, gli eventi, i corsi sono tornati ad essere posti frequentati. 
Alcune aziende, come Sirca e Lechler, avvertono più di altre la necessità di mettersi in gioco relazionandosi con mondi e professionalità fino ad ora “laterali” (come il design e l’architettura, e i suoi principali protagonisti, gli architetti e i designer) partecipando attivamente alla settimana milanese del design (dal 12 al 17 aprile); la prima con una serie di installazioni ospitate nel Chiostro del Museo Diocesano (che fa parte del percorso delle 5 Vie), tra arte e industria; la seconda proseguendo il dialogo iniziato l’anno scorso in un “laboratorio di idee” nella zona Lambrate-Ventura.

Scambiare e condividere le proprie conoscenze e competenze saranno le azioni indispensabili per superare lo stallo in cui si trova attualmente il mondo della produzione, altamente “ingegnerizzato” ma chiuso in se stesso. Nuove forme di comunicazione per raggiungere i nuovi “opinion maker” (sempre per usare un termine in disuso) produrranno nuove idee e opportunità.

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